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E sono pietra ...

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E sono pietra

pietra che giace in attesa

pietra sui tuoi pensieri

e gravo lugubre aspettando un inciso.

 

Imparo l'ascolto

mentre note di liuto al tocco

nella sera si perdono

e lenta si spegne

la cera al richiamo.

 

Cavalca l'indomito

tra silenzio e stupore espirando

parole e natura in distanze

raccolte in una crocchia

di antica fattura.

 

E sono pietra che guarda intera

una pagina scritta e mai letta.

 

Pbbl.scrivere-11.03.2019

 rasimaco - 28/03/2020 17:48:00 [ leggi altri commenti di rasimaco » ]

L’amico Lorenzo sa molto bene che non farei mai una cosa del genere, non è mai stato mio costume dar del bischero ad un amico che stimo, e ciò soprattutto perchè nella tradizione sicula, cui io sono legato profondamente, il rispetto per l’amicizia è al di sopra di tutto.

 Lorenzo Tosco - 28/03/2020 17:24:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Faccio sforzi terribili per non passare da bischero, cercando di controllarmi, però di continuo ci casco e quindi sono costretto a ringraziare chi di bischero mi abbia già dato o stia per darmelo, dopo essersi accorto (non era difficile) delle mie bischerate.
Ho scritto infatti nel commento ’la sua introspezione di se stesso’, e quindi confermo il bischero che sono, dal momento che l’introspezione si riferisce solo ed esclusivamente a se stessi e non la si può
in alcun modo riferire a Giulio Cesare, tanto per fare un esempio.
Rasimaco è molto attento, e quindi il suo bischero me lo avrà già dato!
Lo accetto in totale amicizia. Saluti.

 rasimaco - 28/03/2020 17:19:00 [ leggi altri commenti di rasimaco » ]

Ringrazio, sorridendo, l’amico Lorenzo per il suo sempre pittoresco commento, e nella speranza che gli scienziati riescano ad emularlo nel creare un vaccino cordialmente lo saluto.

 Lorenzo Tosco - 28/03/2020 14:57:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

E’ una bella lirica questa dell’amico Rasimaco (io batto sempre sulla sua amicizia e sempre sento il dovere di ripeterlo) il quale si paragona a pietra immobile, che grava lugubre nell’attesa di un qualcosa.
Il finale è degno e rappresentativo del suo pensiero, ed io oramai sono talmente immunizzato dal suo ’cimiteriale’ pessimismo che potrei, anche ora, stringergli la mano, senza pericolo che questo suo virus pessimistico si attachi a me.
Potessero gli scienzati scoprire un vaccino adatto ad ora come quello che ho assunto io nei riguardi di Rasimaco. Questa maledetta peste scomparirebbe in un istante!
Comunque la sua introspezione di se stesso, il suo prospettare sempre con sincerità assoluta una personalità complessa e irrimediabilmente racchiusa nella sua notte buia (ossimoro) che non vuole, non sa, non può vedere un qualsiasi raggio di speranza sono costanti. Speranza che egli però nella sua vita attiva, specie in questi momenti, si sforza di dare agli altri. E questo è un grande merito, lasciare la tristezza all’animo e all’espressione poetica, e sforzarsi invece praticamente di agire per il prossimo.Saluti.
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